sabato 13 aprile 2013

I saggi nominati dal Quirinale ripropongono la mediazione civile

Nella relazione dei Saggi sulla giustizia presentata il 12 aprile 2013, riemerge il tema della mediazione. Ecco quanto suggeriscono i saggi:
"26. Per la giustizia civile si propone: a) l’instaurazione effettiva di sistemi alternativi (non giudiziari) di risoluzione delle controversie, specie di minore entità, anche attraverso la previsione di forme obbligatorie di mediazione (non escluse dalla recente pronuncia della Corte costituzionale –sent. n. 272 del 2012 – che ha dichiarato illegittima una disposizione di decreto legislativo che disponeva in questo senso, ma solo per carenza di delega); questi sistemi dovrebbero essere accompagnati da effettivi incentivi per le parti e da adeguate garanzie di competenza, di imparzialità e di controllo degli organi della mediazione;"
Il suggerimento coglie molti aspetti emersi nel dibattito post sentenza: la necessità di garanzie (leggi: maggiore qualità), il ricorso ad incentivi (e l’effettività degli incentivi è un richiamo forse non casuale alla poca efficacia di quanto proposto fino ad ora alle parti) e il ricorso all’obbligatorietà. Colpisce il richiamo alle controversie di minore entità, che fanno pensare ad uno strumento di composizione di liti bagatellari, un’immagine che la mediazione purtroppo si trascina con sè da sempre, per cancellare la quale si dovrà ancora molto faticare. La mediazione dovrà divenire, prima che un metodo alternativo di risoluzione delle controversie, un vero e proprio modo di approcciarsi e rapportarsi con le altri parti. Dovrà divenire, insomma, un istituto condiviso e riconosciuto, un modus operandi naturale in quanto parte del bagaglio culturale di ciascuno.